Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a
non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce
con parole e
con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla-
unita ebrezza - per trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al
suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti
l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la
rete inviolata il portiere
- l’altro - è rimasto. Ma non la sua anima,
con
la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci
che manda di lontano.
Della festa - egli dice - anch’io son parte.
( U. Saba )


Ehh... i tuoi rituali apotropaici con doppie corna... e bamboline vodoo! :-))))
RispondiEliminaComincio ad aver paura.