Abbiamo chiuso la porta.
Attraverso la finestra aperta
il mondo si dondola
tra le foglie intrecciate.
Abbiamo deposto,
il tempo di una lode,
questo mucchio di vestiti, di crucci,
ed eccoci nudi, dimenticati, dimentichi.
La chiarezza delle lampade illanguidisce
in curve rivelate.
Chiudiamo infine le braccia,
tendiamo le mani infine inutili;
consacriamole alla tenerezza,
ai gesti lenti dei rematori al sole.
Afflusso di fervore e di ardore
sulla punta delle dita
che si fanno alghe e palme.
Sotto la carezza i corpi si animano
e si mettono a cantare,
chitarre risvegliate, affollate.
Il gioco si spiega a piacere;
celebriamo una festa
che non vuole morire.
Inventiamo i nostri riti e metamorfosi:
sulle nostre terre non c'è altro signore.
Io ti amo, sorriso del mio cuore....

Subes del mar, entras del mar ahora.
RispondiEliminaMis labios sueñan ya con tus sabores.
Me beberé tus algas, los licores
de tu más escondida, ardiente flora.
Conmigo no podrá la lenta aurora,
pues me hallará prendido a tus alcores,
resbalando por dulces corredores
a ese abismo sin fin que me devora.
Ya estás del mar aquí, flor sacudida,
estrella revolcada, descendida
espuma seminal de mis desvelos.
Vuélcate, estírate, tiéndete, levanta,
éntrate toda entera en mi garganta,
y para siempre vuélame a tus cielos.
(Rafael Alberti)
Tu poesia, Tu infinito... Tu, amore mio.
Tu...Tu...Tu
RispondiEliminaEn la pupilla del alma