Abbiamo chiuso la porta.
Attraverso la finestra aperta
il mondo si dondola
tra le foglie intrecciate.
Abbiamo deposto,
il tempo di una lode,
questo mucchio di vestiti, di crucci,
ed eccoci nudi, dimenticati, dimentichi.
La chiarezza delle lampade illanguidisce
in curve rivelate.
Chiudiamo infine le braccia,
tendiamo le mani infine inutili;
consacriamole alla tenerezza,
ai gesti lenti dei rematori al sole.
Afflusso di fervore e di ardore
sulla punta delle dita
che si fanno alghe e palme.
Sotto la carezza i corpi si animano
e si mettono a cantare,
chitarre risvegliate, affollate.
Il gioco si spiega a piacere;
celebriamo una festa
che non vuole morire.
Inventiamo i nostri riti e metamorfosi:
sulle nostre terre non c'è altro signore.
Io ti amo, sorriso del mio cuore....

